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domenica 21 febbraio 2021

No alla censura per Fuma, anche se la sua canzone non vale un'acca



Da alcune ore su quotidiani e social network infuria la polemica sul videoclip di un cantante trap o rap (tale Fuma del quale ignoravo l'esistenza per vero). Alla base della polemica c'è il fatto che brano e video inciterebbero all'odio contro le forze dell'ordine anche perché nelle riprese si vede un attore vestito da poliziotto che penzola a testa in giù, simulando una morte violenta. La pubblicazione del video ha scatenato le ire di tanti comprese quelle dei più alti vertici della Polizia di Stato come ricorda Today.it peraltro. Ora la polizia o chiunque lo ritenga opportuno, se intende stigmatizzare l'accaduto ha tutto il diritto di farlo. Ciò che va meno bene è che qualcuno, come si legge sui social, pensi di censurare il video anche sul piano penale. La canzone, per quanto artisticamente valga poco o nulla, costituisce comunque la manifestazione di una forma, pur elementare e sgangherata, se non di arte almeno di espressività umana: punto. E lo dice il figlio di un poliziotto. La manifestazione del proprio pensiero con l'arte è un diritto incomprimibile e non negoziabile, nonostante il codice penale italiano abbondi di disposizioni idiote, vecchie e liberticide come quelle sulla diffamazione, sull'odio razziale, sul vilipendio alla bandiera, all'esercito, al capo dello Stato in una con tutti gli altri rimasugli che fanno capo al concetto di lesa maestà o alla tendenza più moderna di negare l'odio come sentimento e la vendetta come desiderio, talvolta sacrosanto, connaturato con la natura umana.

Se la storia, chiamiamola così, narrata da Fuma, non avesse preso la forma di un clip condiviso centinaia di migliaia di volte ma avesse preso la forma di una poesia pubblicata in un libro di poesie, la vicenda avrebbe avuto questa enfasi? Ovviamente no. Quando nel 1993 i Megadeth, una delle band più talentuose della scena heavy metal statunitense pubblicarono il video-clip di «Symphony of desctruction» in cui si preconizzava l'assassinio del presidente degli Stati uniti, nessuno si sognò di censurare quel video. Che peraltro era molto ben girato e faceva da pendant ad uno dei brani più riusciti della band, brano che ancora oggi viene visto su YouTube da centinaia di migliaia di persone. Nessuno peraltro oggi ha mai richiesto la rimozione di quel video che tra l'altro usa la violenza delle immagini non come ambito fine a sé stesso ma per dare corpo ad un precisa denuncia sociale.

Chiaramente i Megadeth come avvenne più o meno nello stesso periodo per i tedeschi Accept con Objection overruled (la canzone in cui si preconizzava l'omicidio della corte penale che aveva mandato assolti i poliziotti per i fatti che avevano scatenato la sommossa di Los Angeles nel '92) o ancor più con i Rage against the machine per le loro canzoni incendiarie che incitavano alla rivolta sociale, furono bersaglio di critiche violentissime. Per i Rage against the machine, portatori di una visione sociale votata all'antagonismo senza compromessi, sorretti peraltro da un talento straordinario, addirittura ci furono le filippiche infinite della moglie dell'ex vicepresidente democratico Al Gore. Purtroppo oggi chi critica Fuma è caduto nel suo tranello. Nel tranello di chi avendo poco o nulla da offrire sul piano musicale la butta sul clamore. Purtroppo è possibile qualcuno vicino a Fuma creda che quest'ultimo abbia il talento e la vitalità del rapper catalano Hasel, che proprio in ragione delle sue canzoni recentissimamente è stato imprigionato dalla polizia: cosa che ha scatenato una sacrosanta rivolta sociale in un Paese come la Spagna in cui l'eredità della dittatura franchista si fa sentire ancora in tutto l'arco costituzionale.