(m.m.) È una brutta pagina di giornalismo quella che pende sul capo dell'Ansa. Sul portale della popolare agenzia di stampa infatti oggi campeggia la notizia del bombardamento che ha colpito un ospedale di Msf nello Yemen. L'Ansa non dice però che la responsabilità è stata attribuita, pur a fronte della smentita dei diretti interessati, alla coalizione a guida saudita operante in quel teatro di guerra. Anche il Corsera sfuma molto la posizione di Riyad. Ben più preciso è invece il lancio de ilfattoquotidiano.it come quello del portale del britannico Indipendent che sull'argomento già in gennaio aveva dato spazio ad un ampio approfondimento. Sugli interessi e sul peso economico delle «petrolmonarchie» del Golfo nel Belpaese, stampa inclusa, ci sarebbe molto da dire...
Uno sguardo su media, mobile journalism e giornalismo partecipativo a cura di Marco Milioni
lunedì 15 agosto 2016
Bombe sull'ospedale yemenita, l'Ansa occulta le accuse ai sauditi
(m.m.) È una brutta pagina di giornalismo quella che pende sul capo dell'Ansa. Sul portale della popolare agenzia di stampa infatti oggi campeggia la notizia del bombardamento che ha colpito un ospedale di Msf nello Yemen. L'Ansa non dice però che la responsabilità è stata attribuita, pur a fronte della smentita dei diretti interessati, alla coalizione a guida saudita operante in quel teatro di guerra. Anche il Corsera sfuma molto la posizione di Riyad. Ben più preciso è invece il lancio de ilfattoquotidiano.it come quello del portale del britannico Indipendent che sull'argomento già in gennaio aveva dato spazio ad un ampio approfondimento. Sugli interessi e sul peso economico delle «petrolmonarchie» del Golfo nel Belpaese, stampa inclusa, ci sarebbe molto da dire...
sabato 13 agosto 2016
Una finestra fra dialogo e proposte
Quando più di quindici anni fa mossi i miei primi passi da giornalista, mai avrei immaginato che uno degli aspetti cruciali della professione fosse quello di gestire gli stimoli e gli input che giunti da ogni dove si tramutano in notizia confezionata. Si tratta di un processo articolato che chi è del mestiere conosce bene e che presenta però una serie di variabili che lo rendono sempre diverso.
Da quando l'industria elettronica ha immesso sul mercato dosi massicce di smartphone, macchine fotografiche, videocamere, registratori sempre più alla portata del pubblico i professionisti della informazione hanno dovuto affrontare una sfida in gran parte nuova: quella della gestione di un flusso di notizie, già in parte strutturate, proveniente da una marea di utenti, organizzati o singoli che siano. Persone che grazie ai nuovi dispositivi e grazie ai nuovi canali sollecitano continuamente chi si occupa di informazione.
A naso non ritengo che tale fenomeno, il giornalismo partecipativo o citizen journalism che dir si voglia, si potrà in toto sostituire al giornalismo vero e proprio: quanto meno per le stesse ragioni per cui la diffusione della scienza medica sul web mai consentirà ad un appassionato di trapiantologia di sostituirsi a un cardiochirurgo.
Sarebbe però sciocco e soprattutto presuntuoso ignorare stimoli, idee, contributi, assieme alla preziosa mole di informazione spesso coerentemente e giudiziosamente organizzata che ci giunge da tali preziosissime fonti. I due mondi, quello del giornalismo dei professionisti e quello più propriamente partecipativo, sono entrambi indispensabili alla opinione pubblica. La vera sfida è quella di farli interagire nel miglior modo possibile. Ed è la sfida che ho raccolto in questo spazio. Si tratta di una finestra di dialogo aperta a tutti... Non esitate a far sentire la vostra voce. Ad maiora.
Marco Milioni
Marco Milioni
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