lunedì 12 dicembre 2016

La crisi veneta, la parola a Carlotto


«I rovesci che hanno colpito Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Le infiltrazioni e la colonizzazione delle mafie. Uno smottamento generalizzato sul piano ambientale, con l’affaire Pfas tanto per dirne una. La corruzione trasversale a partire dal caso Mose con tutto il firmamento che gli ruota attorno, sino a giungere ai continui casi di elusione ed evasione fiscale, per non parlare d’una più generale illegalità diffusa sono la cifra di una classe dirigente veneta che mi fa pensare con grande preoccupazione al 2016 che si chiude e al 2017 che comincia a breve». È questo uno dei passaggi chiave di una intervista allo scrittore Massimo Carlotto che ho realizzato per Vvox.it e che è stata pubblicata pochi minuti fa. Gli spunti forniti dall'autore padovano sono particolarmente interessanti per molti versi; ma soprattutto perché Carlotto con parole semplici ed efficaci mette in relazione alcune questioni cruciali per il Veneto e non solo per il Veneto: dalla perdita del peso della cultura come fattore centrale del dibattito pubblico fino alla necessità da parte della società di ridefinire in modo saggio «l’elenco delle priorità».

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domenica 27 novembre 2016

Gasparetto (Italia Nostra): Venezia deve vivere

https://youtu.be/Kvb1-WOKM9I

L'architetto Cristiano Gasparetto, decano di Italia Nostra Venezia, entra nella mischia della querelle a distanza tra il professore Salvatore Settis ed il professor Gianni Demichelis sul futuro di Venezia. Querelle che sui media continua a suscitare discussioni e riflessioni anche da parte degli addetti ai lavori del settore turismo. E tant'è che Gasparetto, che con la collaborazione di Massimo Marco Rossi ho sentito per Dna Rinascimenti per una intervista uscita ieri, prende posizione a favore di Settis, non risparmiando anche alcune stilettate al sindaco della città di Marco Polo Luigi Brugnaro. (in foto da destra a sinistra Gasparetto e Rossi)

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lunedì 14 novembre 2016

Quanto Veneto sulle news nazionali


Sarà per la congiunzione astrale delle notizie, sarà perché stavolta è girata così ma le news di rango nazionale che hanno a che fare col Veneto e che stanno affollando il panorama del Belpaese sono molte. C'è la vicenda della povera Valeria morta un anno fa durante gli attentati di Parigi. C'è la storiaccia di cronaca nera che riporta in auge, sempre che fossero davvero finiti, i tempi della mafia del Brenta: e poi lo stranissimo affaire Caorle. Non potevano mancare le grane legate ad ambiente ed infrastrutture con le dichiarazioni clamorose sulla Pedemontana Veneta del capo dell'Anticorruzione Raffaele Cantone. Sulla Spv poi si è scatenato Renzo Mazzaro de La Nuova con un servizio pubblicato sabato 12 novembre ed un altro pubblicato il giorno appresso. Parlare di grandi opere nel Veneto però significa parlare inevitabilmente di Venezia e di Mose. Lo fa L'Espresso in edicola ieri con un lunghissimo approfondimento a quattro mani. Ma non è finita perché Il Corsera con un editoriale Gian Antonio Stella ed una breve scheda di Bernardo Iovene introducono l'approfondimento che lo stesso Iovene firma per Report. E che andrà in onda a breve. Potevano mancare i rovesci bancari. Certo che no. Per quelli ci pensa Stefano Righi sul Corriere Economia di oggi, che dice la sua, come al solito in modo molto chiaro con un breve servizio in taglio basso a pagina 10. E se si parla di economia si può parlare anche di drammi umani che la crisi comporta. Questa chiave di lettura ha suscitato l'interesse del regista Fabrizio Cattani e dell'inviato di Rai Tre Domenico Iannacone. L'approccio dei due autori viene messo a confronto su Vvox.it in un servizio firmato dal sottoscritto e pubblicato proprio oggi. Se invece vi interessa la politica, allora i cascami del caso Padova, col Carroccio che perde la sua città più importante, fanno proprio per voi.

domenica 13 novembre 2016

La modernità come droga


«... La globalizzazione distrugge le diversità, che sono il sale della vita... In Occidente, da Heidegger in poi manca un pensiero che pensi la modernità. Che non vuol dire negarla in toto, ma fare un bilancio su vantaggi e svantaggi. Io sostengo che questo ottimismo da Candide abbia portato il progresso a diventare un regresso. A farci stare peggio...». Con ogni probabilità è questo il passaggio chiave di una intervista allo scrittore Massimo Fini che Alessio Mannino, direttore di Vvox.it, firma oggi sul suo giornale, col quale collaboro anche io. L'analisi distillata dal giornalista de Il Fatto la condivido al 100%. Io però aggiungerei una pillola. Oltre alla modernità uno dei nostri mali è la somma delle stupidità individuali. Quelle così ben descritte dal compianto professor Carlo Cipolla. La stupidità è un monstre spesso mimetizzato tra noi che potrebbe far fare alla nostra civiltà una fine grottesca e idiota. Che ci meriteremmo in toto.

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martedì 8 novembre 2016

I duellanti


Tra poche ore negli Usa si vota per le presidenziali. La stampa italiana mainstream è abbastanza appiattita su un dualismo Clinton-Trump di facciata che non va però nel profondo delle questioni che dividono e soprattutto che accomunano i due contendenti. E allora tornerà buono all'uopo un bel servizio scoppiettante di Vvox.it di ieri che prova ad affrontare il tema con un giro d'opinioni delle sue firme. Buon divertimento...

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mercoledì 12 ottobre 2016

Da Cervarese l'ennesimo no ad un crematorio


Ieri Vvox.it ha pubblicato un mio servizio in cui si dà conto di quanto accaduto la settimana passata a Cervarese Santa Croce nella frazione di Montemerlo. Dove nella frazione di Montemerlo, a furor di popolo, la giunta è stata costretta a dire no ad un forno crematorio. È stata l'occasione per fare il punto della situazione rispetto ad un tipo di impianto che presenta rischi elevati e che la cittadinanza in tutto il Veneto sembra gradire poco. Sul piano antropologico (e della comunicazione) è interessante notare come una pratica atavicamente non troppo gradita ai veneti trovi consensi trarsversali quando viene osteggiata, dati alla mano chiaramente. Oltre alla questione ambientale si tratta di un ambito sociologico che andrebbe approfondito...

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lunedì 10 ottobre 2016

Trasparenza, l'amara riflessione di Stella


«È passato un quarto di millennio da quando la Svezia approvò quelle norme che per prime diedero ai cittadini l'accesso ai documenti riguardanti la vita pubblica... Eppure duecentocinquant'anni dopo, come dimostrano Ernesto Belisario e Guido Romeo in Silenzi di Stato (Chiarelettere), l'Italia fatica ad adottare alcuni principi di trasparenza consolidati da decenni». Sono parole sacrosante quelle di Giannantonio Stella che il Corriere di ieri pubblica non a caso sulle pagine della cultura. Perché quella della mancata trasparenza, uno dei tabù ancestrali della pubblica amministrazione del Belpaese, è una tara culturale che noi italiani, anche per colpe di tutti noi, facciamo fatica a scardinare. La questione è tremendamente seria. Anche per i professionisti dell'informazione. Per rendere un buon servizio al lettore è necessario partire descrivendo i fatti in modo più fedele possibile. Ma per poterlo fare e per potere poi liberamente esprimere giudizi, elaborare analisi o costruire alternative è necessario partire dalle fonti. Che nella pubblica amministrazione hanno il nome ben preciso atti. Sembrerà un'assurdo, ma uno dei principali ostacoli per chi vuole fare giornalismo con un po' di scrupolo è l'accesso agli atti. Stella nel concludere il suo approfondimento cita, non a caso, Max Weber in una delle sue osservazioni più acute: «Ogni burocrazia si adopera per rafforzare la superiorità della sua posizione mantenendo segrete le sue informazioni e le sue intenzioni... Lo Stato cerca di sottrarsi alla visibilità del pubblico, perché questo è il modo migliore per difendersi dallo scrutinio critico».

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sabato 1 ottobre 2016

Giornalismo chiama scienza

Oggi Vvox.it pubblica un mio approfondimento nel quale ho provato a stimolare una riflessione precisa. Una riflessione sulla necessità che la comunità scientifica sia messa nelle migliori condizioni per misurare l'incidenza sul fattore (gli specialisti userebbero il termine matrice) alimentare dell'inquinamento da Pfas che ha colpito il Veneto centrale. C'è da sperare che la stessa comunità scientifica, i decisori pubblici e l'opinione pubblica trovino un terreno comune di confronto, senza il quale sarà difficile trovare una via d'uscita dall'impasse che ammorba una parte importante della regione.

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giovedì 22 settembre 2016

Foa spiega la manipolazione mediatica


Sono passati cinque mesi esatti da quando il circolo dell'Intellettuale dissidente ha pubblicato sul proprio canale YT uno straordinario intervento del giornalista Marcello Foa: un intervento a metà strada tra la lezione universitaria e il dibattito pubblico. Si parla di manipolazione mediatica, e Foa, che queste cose le insegna anche all'università, in modo semplice e rigoroso spiega i meccanismi di condizionamento generale di questa pratica. Il video è incredibilmente interessante. E ovviamente le visualizzazioni sono poche. Mi pongo quindi una domanda idiota... Come mai in Tv queste cose le vediamo poco o non le vediamo affatto?

ASCOLTA L'INTERO INTERVENTO DI MARCELLO FOA

sabato 17 settembre 2016

Il caso Pfas su Radio Vicenza


Questa mattna alle 9.00 Radio Vicenza trasmette un approfondimento realizzato dal sottoscritto e dedicato alla annosa questione dell'avvelenamento da Pfas che ha interessato tutto il Veneto Centrale e che vede la Miteni di Trissino nell'occhio del ciclone. La parte portante dell'approfondimento, introdotto in prima battuta dal direttore di Radio Vicenza Francesco Brasco, è focalizzata su una lunga intervista alla dottoressa Marina Lecis, consulente scientifico del pool di legali che da mesi si batte affinché le autorità preposte affrontino nel modo dovuto quella che viene definita una vera e propria emergenza sanitaria. La Radio è ascoltabile, oltre che in streaming proprio dal sito della stessa radio, sulla Frequenza di 100.3; 99.8 sull'Altopiano di Asiago; 107.75 a Valdagno; 104.7 a Piovene; 94.8, 100.2, 104.1 in Valbrenta e a Valstagna...

Marco Milioni

sabato 3 settembre 2016

Mi scappa un articolo


(m.m.) Un ragazzo che sta muovendo i primissimi passi nel giornalismo mi ha chiesto un piccolo consiglio: «Come devo muovermi se mi viene chiesto un breve servizio al volo da scrivere sul telefonino?». Premesso che non è il massimo della comodità nemmeno un tablet, c'è da dire una cosa. Porta sempre con te alcune salviette umidificate per pulire la lente della fotocamera dello smartphone: ormai in commercio ne esistono di avanzatissimi anche sul piano delle immagini, ma se il vetrino è sporco hai voglia a scattare foto decenti. Per le quali non va mai usato lo zoom, perché quello digitale presente a bordo dei telefonini "sgrana": con un po' d'accortezza invierai alla redazione una foto utile allo scopo. Su un taccuino prepara uno schemino e ricordati, anche sullo smartphone di usare la punteggiatura in modo corretto. Il pezzo lo puoi tranquillamente digitare sull'editor di Gmail. Tra un paragrafo ed un altro meglio usare "un a capo" fatto da una intera riga che uno per capoverso. Se possibile fatti passare il pezzo da una persona esperta, perché sulla tastiera touch i refusi sono all'ordine del giorno...

lunedì 15 agosto 2016

Bombe sull'ospedale yemenita, l'Ansa occulta le accuse ai sauditi


(m.m.) È una brutta pagina di giornalismo quella che pende sul capo dell'Ansa. Sul portale della popolare agenzia di stampa infatti oggi campeggia la notizia del bombardamento che ha colpito un ospedale di Msf nello Yemen. L'Ansa non dice però che la responsabilità è stata attribuita, pur a fronte della smentita dei diretti interessati, alla coalizione a guida saudita operante in quel teatro di guerra. Anche il Corsera sfuma molto la posizione di Riyad. Ben più preciso è invece il lancio de ilfattoquotidiano.it come quello del portale del britannico Indipendent che sull'argomento già in gennaio aveva dato spazio ad un ampio approfondimento. Sugli interessi e sul peso economico delle «petrolmonarchie» del Golfo nel Belpaese, stampa inclusa, ci sarebbe molto da dire...

sabato 13 agosto 2016

Una finestra fra dialogo e proposte


Quando più di quindici anni fa mossi i miei primi passi da giornalista, mai avrei immaginato che uno degli aspetti cruciali della professione fosse quello di gestire gli stimoli e gli input che giunti da ogni dove si tramutano in notizia confezionata. Si tratta di un processo articolato che chi è del mestiere conosce bene e che presenta però una serie di variabili che lo rendono sempre diverso.

Da quando l'industria elettronica ha immesso sul mercato dosi massicce di smartphone, macchine fotografiche, videocamere, registratori sempre più alla portata del pubblico i professionisti della informazione hanno dovuto affrontare una sfida in gran parte nuova: quella della gestione di un flusso di notizie, già in parte strutturate, proveniente da una marea di utenti, organizzati o singoli che siano. Persone che grazie ai nuovi dispositivi e grazie ai nuovi canali sollecitano continuamente chi si occupa di informazione. 

A naso non ritengo che tale fenomeno, il giornalismo partecipativo o citizen journalism che dir si voglia, si potrà in toto sostituire al giornalismo vero e proprio: quanto meno per le stesse ragioni per cui la diffusione della scienza medica sul web mai consentirà ad un appassionato di trapiantologia di sostituirsi a un cardiochirurgo.

Sarebbe però sciocco e soprattutto presuntuoso ignorare stimoli, idee, contributi, assieme alla preziosa mole di informazione spesso coerentemente e giudiziosamente organizzata che ci giunge da tali preziosissime fonti. I due mondi, quello del giornalismo dei professionisti e quello più propriamente partecipativo, sono entrambi indispensabili alla opinione pubblica. La vera sfida è quella di farli interagire nel miglior modo possibile. Ed è la sfida che ho raccolto in questo spazio. Si tratta di una finestra di dialogo aperta a tutti... Non esitate a far sentire la vostra voce. Ad maiora.

Marco Milioni