venerdì 26 giugno 2020

I casalesi, l'affare fondiario griffato Amazon e la trasparenza


(m.m.) Alle volte i pubblici poteri sono o sembrano in imbarazzo quando la stampa prova a raccontare i fatti e i retroscena delle vicende che hanno un certo peso specifico, soprattutto in quella zona grigia al confine tra gli interessi economici e il mondo politico. Ieri, per esempio, il sindaco di Casale sul Sile nella Marca ha impedito a me nonché al videomaker che mi accompagnava per le riprese filmate (si tratta di Filippo Leoni) di entrare in consiglio comunale, che si svolgeva nell'aula magna della scuola Gramsci: il tutto in forza di una non proprio ben specificata disposizione municipale. In quella assise era prevista una discussione su un argomento molto scottante ossia quello della prevista realizzazione di un maxi polo logistico di mezzo milione di metri quadri griffato Amazon (o meglio era previsto un punto che in qualche maniera si sarebbe potuto ricondurre alla vicenda) che sta impensierendo non poco gli abitanti del comprensorio casalese e che sto seguendo per la testata Estremeconseguenze.it. Purtroppo sono stato costretto a segnalare per iscritto questa grave lesione del diritto di cronaca al Viminale e non solo al Viminale. E purtroppo non è la prima volta che qualche amministratore locale  o qualche pubblico ufficiale cerca di mettere i bastoni tra le ruote nell'esercizio del diritto di cronaca e di critica esercitato nell'ambito della mia professione. L'esempio della censura nei confronti del libro di cui sono stato co-autore in tema di Superstrada pedemontana veneta alias Spv o il diniego che mi venne opposto durante l'apertura delle buste per una gara pubblica bandita dal genio civile di Padova la dicono lunga. Per di più quanto accaduto ieri a Casale sul Sile ha lasciato la sgradevolissima sensazione della volontà da parte di qualcuno di non permettere la dovuta trasparenza per quanto concerne un argomento davvero molto sensibile da svilupparsi durante un consiglio, per definizione aperto, rispetto al quale gli appetiti economici in ballo sono di spessore straordinario. Speriamo nel futuro. Frattanto ringrazio tutti coloro che già hanno espresso a Filippo e a me la loro vicinanza per quanto accaduto. Chissà che cosa pensano i casalesi e più in generale gli abitanti del comprensorio di questa vicenda.

5 commenti:

  1. ITALIA NOSTRA Treviso esprime la sua solidarietà perchè è interesse primario di tutti che la stampa possa esercitare il suo ruolo. La stampa indipendente...
    Ci rammarichiamo del comportamento dei politici di maggioranza ma anche di opposizione che dovrebbero sapere che su questo non si transige. I diritti sono diritti e vanno difesi
    fto romeo scarpa vicepresidente

    RispondiElimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  3. Nel Veneto di Cremonese, Bernini, Galan e Zaia, con l'aiuto diretto degli A-Variati sindaci & Compary de merenda, sembrerebbe la norma lasciare a mafie, multinazionali velenifere e finanziarie, scorazzare impunemente e fare i loro loschi affari.
    Logicamente con il "benestare" del popolo bue veneto, sempre ben intortato a dovere ai media di stato e regionali, spesso con proprietà dei soci dell'associazione pseudo-industriali.
    Esempi a migliaia in questo ultimo mezzo secolo, dove le False Opposizioni tacciono bellamente, facendo qualche opposiziocella con 4 parole in croce, prendendo le mazzette per sotto o con regalie e poltrone d'oro.
    Infatti in mezzo secolo, MAI NESSUNO è mai finito in Galera... !! !

    RispondiElimina
  4. Esprimo la mia solidarietà a te e a Filippo. Il consiglio comunale deve essere trasparente così come tutta la pubblica amministrazione. Hai fatto bene a segnalare l'accaduto a chi di dovere.
    Grazie per il tuo lavoro.

    RispondiElimina
  5. Solidarietà e vicinanza a Te Marco e a Filippo, da parte mia e di Rifondazione Comunista di Treviso. A presto, per questa e le tante lotte ambientali e di trasparenza. Stop al consumo di suolo a Casale e in Veneto, stop Pedemontana!

    RispondiElimina