mercoledì 11 novembre 2020

Il voto regionale e «la deriva del M5S»



Sono passate diverse settimane dalla conclusione della partita delle elezioni regionali ed ora a freddo è possibile tracciare un affresco più nitido delle dinamiche che hanno sotteso al voto. Per il bassanese Francesco Celotto (nel riquadro), già candidato per il M5S, che negli anni ha abbandonato la politica e pure l'Italia preferendole la Spagna, «in generale si assiste ad un arretramento della Lega, incapace di sfondare in regioni come Toscana e Puglia». Anche dove la coalizione di centrodestra vince la Lega si assesta su percentuali uguali o addirittura inferiori al risultato delle Europee 2019 dando spazio ad un significativo incremento nei consensi a Fratelli d'Italia, soprattutto nelle Marche, ma anche in Puglia. Forza Italia si riduce un pò dappertutto. Per Celotto il vero vincitore delle elezioni è il Pd che mantiene la Puglia, la Toscana e stravince con De Luca in Campania. Il M5S, come da tradizione, soffre a livello locale ma questa volta accentua la caduta, sparendo de facto in Veneto, dove i voti di fatto eguagliano quelli delle regionali del 2010, quando si presentò per la prima volta. In Veneto di contro non vince la Lega, che si ferma ad un modesto 15% circa, ma il governatore uscente Zaia che triplica con la sua lista i voti del suo partito arrivando ad oltre il 45%.

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