A Paolo Fior de Il Fatto vanno due meriti, indipendentemente dal fatto che uno condivida ciò che scrive (io personalmente sono spesso d'accordo lui): il primo, dire senza timori ciò che pensa. Secondo, sforzarsi di trattare temi complessi cercando di renderli il più possibile fruibili al grande pubblico. Ecco, è tenendo a mente questi due aspetti che va letta l'ultima analisi di Fior pubblicata neanche un'ora fa. Una analisi impietosa sui risultati raggiunti dal Fondo Atlante che sarà assai utile agli azionisti di BpVi e Veba che vedono proprio nel fondo interbancario l'attuale padrone dei due istituti. L'analisi del giornalista tra l'altro è assai utile non solo per il suo taglio, ma anche perché stringi stringi, alla fine ci ricorda, quanto sopravvalutata in passato sia stata la capacità attribuita ai grandi manager di leggere sia la contingenza che lo scenario che si parava all'orizzonte. Questo per quanto riguarda gli errori. Gli aspetti dolosi, le complicità, i raggiri di un sistema bancario la cui pervasività ha qualcosa di luciferinamente inquietante, sono un altro capitolo.
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